Lezioni dal deserto: cosa mi insegna correre e cosa porto nel mio lavoro
Il Marocco è il mio posto del cuore, qualcosa dentro di me risuona. Questa volta ho esplorato il deserto di Ouarzazate: uno spazio immenso, asciutto, apparentemente vuoto e, proprio per questo, pieno di significato.
Pochi giorni fa ho corso un’ultramaratona di due stage nel deserto (Ultra X Morocco 2025), attraversando distese rocciose rosse, piccoli villaggi e silenzi che sembravano eterni. Una distanza lunga, 110 km, davvero tosta. E mentre correvo, ho capito ancora una volta quanto ciò che provo in queste “imprese” sia profondamente connesso con il mio lavoro quotidiano: la comunicazione, la consulenza, i progetti europei, la dimensione creativa.
Il Marocco, e soprattutto il suo deserto, insegna. E io ho imparato, ancora una volta, alcune lezioni che porto con me in ogni mio progetto lavorativo.
L’orizzonte come unica direzione, e la forza di una visione chiara.
Nel deserto non ci sono veri punti di riferimento. Qualche montagnetta, qualche ombra, ma per lo più hai davanti una linea essenziale, l’orizzonte. E tu, decidi di seguirla. Correndo, ho pensato che l’orizzonte possa essere la metafora perfetta del lavoro strategico: una direzione chiara, anche quando tutto attorno è un po’ mutevole. Una parte che amo del mio lavoro è proprio questa: trasformare un progetto complesso, un’idea articolata, un tema sfidante in una comunicazione semplice, coerente, efficace. Che si tratti di sostenibilità, cambiamento climatico, innovazione sociale o coinvolgimento degli stakeholder, la questione è sempre la stessa: se perdi la visione, il racconto si frammenta, si disperde. E allora continuo a guardare avanti, sia quando corro sia quando lavoro, studio e progetto, con passo costante, lucidità, e intenzione.
Un’ultramaratona non è solo gambe, è soprattutto testa.
Si tratta di quella capacità di attraversare la fatica, accettare gli imprevisti, cambiare ritmo quando serve, lasciare andare ciò che non puoi controllare. Ogni “strada” sembra uguale alla precedente, ma in realtà è completamente diversa. E così mentre correvo, ho riflettuto sul fatto che questa adattabilità e flessibilità è la stessa che serve nel mio lavoro. In particolare nella comunicazione dei progetti Europei che oggi seguo, e quindi nelle collaborazioni e nel dialogo con partner internazionali, dove i percorsi di comunicazione non sono mai del tutto lineari, ci sono scadenze che slittano, priorità che cambiano, messaggi che vanno adattati, target group che si trasformano. Nel deserto, così come in ogni strategia di comunicazione, è fondamentale ascoltare, leggere il contesto, e aggiustare il passo.
Non mollare, ma cambiare ritmo. È così che arrivi lontano. Con strategia, ma anche con ascolto. Con determinazione, ma anche con leggerezza. E anche questa volta, porto via una nuova prospettiva da usare nel mio lavoro.
Se stai cercando una professionista della comunicazione che unisca visione chiara, ascolto profondo e adattabilità, scrivimi:info@saradorato.it – 3334703610. Lavoreremo insieme, con un passo consapevole e un orizzonte condiviso!

